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La fabbrica dei successi di Giuseppe Verdi

by Fabio Bonvicini last modified 2008-06-20 15:12

Nabucco, Aida, Rigoletto, Traviata. Ascoltateli all'Arena di Verona, ma leggete qui il dietro le quinte

La fabbrica dei successi di Giuseppe VerdiTrascorrono quasi 30 anni fra la prima rappresentazione di Nabucco e quella di Aida: il giovane esordiente del dramma degli Ebrei è ormai uno dei più grandi compositori viventi e maestro del teatro d’opera quando scrive le gesta di Aida e Radames.
Dopo il promettente esordio di Oberto, Verdi attraversa un non facile periodo fra impegni di lavoro e ristrettezze economiche, fra la campagna di Roncole e il bel mondo milanese.

Nabucco è l’occasione che Verdi sa sfruttare al meglio: recluta i migliori cantanti dell’epoca, segue l’allestimento in prima persona, tira le arie fino al limite delle possibilità degli interpreti, dando ai personaggi un carattere vigoroso e in sintonia con gli ideali risorgimentali dell’epoca. Il successo della prima scaligera del 9 settembre 1841 fu strepitoso. Verdi divenne un personaggio à la page, tanto che moda e cucina si addobbarono col suo nome: l’ultimo grido erano scialli, cappelli e intingoli alla Verdi.

Da Nabucco inizia per il bussetano una lunga e costante ascesa artistica ed economica (sapeva ben curare i suoi affari!) che trova uno degli apici maggiori nella commissione di Aida. Dopo l’inaugurazione del canale di Suez occorre un’opera che celebri la grande impresa ed il nuovo teatro d’opera. Preferito al rivale Richard Wagner, Verdi è coperto d’oro per scrivere la nuova opera: anche in questo caso, la prima, anzi le prime a Il Cairo (24 dicembre 1871) e a Milano (8 febbraio 1872) sono un grandioso trionfo.

La TraviataNel frattempo, da buon lavoratore padano, Verdi non rimane a guardare e sforna un’opera dietro l’altra, cura i suoi interessi, rivede, ritaglia, gira l’Europa e, alla metà del secolo dà alla luce Rigoletto. Gestazione tribolata come poche altre, a causa del soggetto di "Le Roi s’amuse" che al suo esordio nel 1832 fu immediatamente censurato per via della dissolutezza che lo pervade. Nonostante siano passati ormai 20 anni, il tema è sempre scottante e fra una lettera di censura, le reazioni sdegnate di Verdi e l’imbarazzo del malcapitato librettista di fiducia Francesco Maria Piave, si trova il modo di camuffare, di dissimulare cambiando nomi e luoghi. Ancora una volta la prima dell’11 marzo 1851 alla Fenice di Venezia è un successo eccezionale.
Forse stimolato dal tema di Rigoletto, forse perché rivede nel soggetto de La Traviata un’eco della sua storia d’amore con Giuseppina Strepponi, Verdi decide di buttarsi su un altro soggetto delicato, "La Dame aux camélias" di Dumas figlio. Nasce così La Traviata, una delle opere più amate di Verdi, ma che al suo esordio –strano a dirsi - parte con un tonfo clamoroso. Soprattutto gli interpreti non reggono le parti assai impegnative dei protagonisti. Anche l’accentuato verismo delle situazioni mette alla prova le qualità d’attore dei cantanti. Individuati i difetti, limata qualche parte, cambiato il cast, Verdi prepara una nuova messa in scena: era il 6 maggio 1854, sarà "un successo senza esempio".

Rigoletto, La Traviata, Aida, Nabucco e Il Trovatore fino al 2 settembre all’Arena di Verona per la stagione estiva.
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